Instagram è un oceano blu, rispetto a social come Facebook e Twitter, ed è il migliore per raccontare una storia, anche per la sua natura quasi esclusivamente mobile.

Oggi, grazie alle ADS, implementate da power editor, diventa uno strumento di marketing a tutti gli effetti, con la possibilità di acquistare, chiedere info e inserire link. Alla base di tutto, però ci deve essere un ottimo storytelling.

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Che cosa racconta il vostro prodotto? Cosa potete offrire di unico con la vostra presenza su Instagram? Perché dovrei seguire un’azienda, un comune, un ente e interagire con lui? Perché gli utenti non cercano autenticità. Gli utenti, oggi, sanno benissimo che le storie non sono vere, eppure le abbracciano, le condividono, le amano.

Cercano piuttosto storie ben congegniate, narrate, intrecciate, i cui valori (quelli sì) siano veri, coerenti. Ecco perché prima di posare lo smartphone su un soggetto o cercare l’effetto più trendy bisognerebbe chiedersi cosa vogliamo raccontare.

Cosa penserà il cliente, mettendosi nella testa dello stesso. La genuinità è un valore per una trattoria, per un agriturismo forse. Non per una SPA a 5 stelle o per un salone da barba. Fatevi guidare da un bravi storyteller, ci sono infinite storie da raccontare.

Cristiano Carriero (@cristianocarriero)

Francesco Mattucci

Francesco Mattucci è un libero professionista e consulente aziendale su Instagram e la comunicazione digitale. È l'ideatore del progetto @kitchensuspension che lo ha portato a collaborare con grandi brand internazionali e di cui anche Instagram stessa ha parlato sul proprio blog. Le sue foto sono state esposte nella sede di Instagram a Menlo Park. È speaker in importanti eventi sulla comunicazione digitale e il web marketing e autore del libro “Instagram non è fotografia”.

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Articolo che fa riflettere e che adotto volentieri.
    L’unico punto sul quale non sono d’accordo è quando diciamo che “le storie non sono vere”.

    Le storie, lo storytelling, diventa tale se di base c’è un’esperienza che si desidera appunto raccontare: come la storia della famiglia Esposito che fa mozzarelle di bufala da oltre 50 anni (per dire).
    Inventare una storia per attirare il pubblico è una pratica – ahimè – molto diffusa, soprattutto fra i grandi brand, ma alla lunga non ha la stessa efficacia di uno storytelling vero e proprio.

    Non so se mi sono spiegato…
    Esempio: Poltrone&Sofà che da luce alla storia dei suoi artigiani attraverso i mass media, è ‘na cazzata. Ecco, quello il pubblico LO SA che è un racconto falso, grazie anche allo strumento attraverso il quale viene fatto advertising. Ma se andiamo da un artigiano vero che fa poltrone e lo spingiamo attraverso i canali web (definiamoli così, in modo generico) con la supervisione di un professionista storyteller, risulterà di fatto più autentico, perché tangibilmente autentico, lo stesso identico rapporto che il web ha sui mass media oggi.

    E’ solo una mia sensazione? Cosa ne pensate?

    1. Simona

      Ciao,
      concordo in pieno…Lo storytelling deve narrare una storia vera, concreta quasi tangibile attraverso una foto o un post!
      Gli utenti vivono emozioni e vogliono sentirsi partecipi, solo così un brand può avere successo.
      Spontanietà, cuore e sicuramente scrivere bene.

      Simona B.

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